Promuovere la dimensione Europea a cura della Caritas Italiana – Casa La Salle, Roma

martedì, 29 Ottobre , 2024

L’impegno di Percorsi, quale Opera Segno della Caritas di Avellino, prosegue e va avanti; poiché è un impegno vivo e vero che percorre ogni strada possibile al fine di intessere una Rete tangibile e capace di arrivare ovunque. È per questo che nei giorni scorsi, il 24 ed il 25 Ottobre, parte dell’Équipe del Consorzio ha partecipato ad un Convegno promosso dalla Caritas Italiana sul “Promuovere la dimensione Europea”, partendo proprio dalle piccole comunità territoriali e locali per uno slancio verso l’Europa. 

Tutto nasce da un sogno, da un’idea che si è radicata e poi diffusa; quella dell’Europa di Schuman che nel 1950 ha posto l’accento sull’eguaglianza democratica così come sulla necessità di creare un’anima comune ed accomunante. 

L’intervento di Giuseppe Riggio, Direttore di Aggiornamenti Sociali, ha posto il focus sul processo di cambiamento e di sviluppo che, nel tempo, ha visto protagonista l’Europa con momenti di estremo slancio ed altri periodi di sedimentazione e cesura. Dopo un bell’excursus introduttivo, con i dovuti cenni storici che ci hanno posto nel dove e nel quando di questa Idea, ci siamo focalizzati su quanto – in effetti – l’Europa sia stata e sia, tutt’ora, uno spazio condiviso di valori, di democrazia, di costituzione del benessere non per il singolo paese ma per tutti i paesi che sono entrati a farne parte. 

Il pensiero della solidarietà di fatto, nocciolo dell’ideale di Robert Schuman, si è protratto nel tempo ed è arrivato fino ad oggi, fino alle nostre Caritas diocesane che, oggi più che mai, devono far leva su una buona advocacy e sulle dinamiche di relazione proprio in virtù delle abilità diffusive della Caritas, capace di intraprendere una promozione ed un coinvolgimento che riguardi, anche e soprattutto, le nuove generazioni.  

La tavola rotonda, riunitasi nel pomeriggio del 24 Ottobre, è stata uno spazio di confronto attivo che ha sfiorato diversi temi grazie al supporto di Patrizia Toia, per le Istituzioni Europee, Rossella Muroni, per la crisi ambientale e climatica, e Flavia Terribile, per l’inclusione sociale e la coesione sociale. 

Patrizia Toia ha fatto un punto sull’Europa che è andata avanti sempre, fra vari STOP & GO, con tutte le ripercussioni del caso che, tuttavia, non ne hanno mai completamente arrestato il processo di crescita ed avanzamento perché la storia ci ha sempre chiamati, a grandi passi, in avanti tenendo fede al concetto di fondo “sogno, progetto, riconoscimento, ma soprattutto adesione dei cittadini”. Rossella Muroni, poi, ci ha guidati in una riflessione sulla necessità di riscoprire un’impostazione economica e culturale, perché l’Europa ha bisogno di cambiare avendo – nello specifico – un dovere di leadership, ricerca e innovazione e fondandosi sulla centralità della persona, con un protagonismo agente verso una sostenibilità che sia più tangibile e radicata. Flavia Terribile, infine, ha chiuso il cerchio facendoci addentrare nella dimensione sociale dell’Europa, dato che più si va avanti e più ci si rende conto che le disuguaglianze all’interno dei paesi stanno aumentando, per cui, adesso, sembra quanto mai necessario focalizzarsi sul “Pilastro Europeo dei diritti sociali” per promuovere la protezione sociale a tutti i livelli, ed in ogni strato della comunità. 

Con le conclusioni del 25 Ottobre, infine, ci siamo concentrati su quanto l’Europa abbia bisogno di avvicinarsi alle comunità locali e alle persone, per un protagonismo in positivo ed un’esperienzialità territoriale, affidandosi al passato per pensare a scenari futuri e a lungo termine ed è in questo contesto che sorge la sfida per le Caritas che devono prendere a cuore la promozione strategica dell’Europa sul proprio territorio, per essere dentro le realtà e costruire relazioni; è un lavoro quotidiano, di costanza, di programmazione ancor prima della progettazione e, al contempo, è un lavoro necessario perché solo così può aver luogo una presa di coscienza dilagante, all’interno della cornice europea.

Cultura, formazione, advocacy e sperimentazione devono essere, allora, il metodo di lavoro comune ed accomunante per le Caritas locali e territoriali, integrando il senso di appartenenza dei giovani in uno spazio di condivisione di idee e valori che può proiettarci dapprima verso l’Europa e, poi, verso il mondo.

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